Se i Maya avessero ragione: dopo due anni e mezzo di vita da blogger…

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Diciamo la verità, io a questa faccenda dei Maya e della fine del mondo non ci credo per niente, però ieri sera, in uno dei miei impeti di alta cultura, guardavo l’ultima puntata di Glee (ovviamente in inglese, perché i doppiatori italiani non si possono sentire) e mi ha fatto sorridere che i due ingenuotti della compagnia decidessero, prima della fine del mondo, di confessare ai loro compagni la vera opinione su di loro.

Riflettendo su questa stupidaggine ho deciso di rapportarla al mondo dei blog, degli (s)fashion blog, in cui milito ormai da due anni e mezzo e mi sono chiesta: ma se dovessi proprio togliermi dei sassolini dalla scarpa o dire due o tre cosette prima che arrivino i Maya e mi impediscano di A. indossare un abito da sposa B. acquistare la mia prima Miu Miu, cosa direi? Ecco dunque che è partito un elenco di cose-a-caso, riflessioni e pensieri ballerini di questi due anni e mezzo rivolti sia alle mie colleghe blogger, sia agli addetti ai lavori con cui ho a che fare ogni giorno (e quelli davvero bravi, credetemi, sono perle rare che i Maya dovrebbero decisamente esportare in un altro pianeta). E se poi, come sarà, i Maya avessero creato allarmismo per nulla, amen, sempre meglio non avere rimpianti.

  • I grazie, prego, ciao, buongiorno, buonasera, come stai?, non sono optional, anzi, a quanto pare lo sono nell’educazione comune, ma, come dire, sarebbe carino averne letti via mail di più o sentiti di persona. Perché io ne ho scritti e detti moltissimi. Vale sia per le colleghe che per gli addetti ai lavori.
  • Se mi stressi per un mese chiedendo quando pubblico il tuo post e, quando ti mando il link, non trovi il tempo di rispondere con un “grazie ricevuto”, “grazie ricevuto a presto”, “grazie ricevuto mi fa cagare“, io il prossimo post non te lo pubblico più.
  • Se mi inviti ad un evento in cui dovrò essere fotografata con degli abiti, oltre ad avvisarmi prima e chiedermi se mi va, se è il mio genere ecc. magari informati che sulle relle le taglie vadano oltre alla 38. Orgogliosamente non grissinica, mi trovo spesso in imbarazzo.
  • Se mi lasci un commento del tipo “Bel post XOXO” con allegati 15 link del tuo blog, della tua pagina facebook, del sito di tuo nonno e di quello della tua prozia, non aspettarti una visita in cambio. I blog altrui, soprattutto se più frequentati del tuo, non sono spazi pubblicitari e i commenti servono per scambiarsi opinioni costruttive su quanto letto. Ah già, ma forse tu non hai letto…ops!
  • Anche se il tuo è un blog di outfit puoi impegnarti di più a scrivere qualcosa che vada oltre “Oggi ho scelto di essere trasgressiva e sono andata a fare la spesa con il pigiamone di flanella di Hello Kitty”. Basterebbero anche delle belle didascalie alle foto per far crescere esponenzialmente la qualità di un blog.
  • Se mi mandi un comunicato stampa di un evento a cui non sono stata invitata con tanto di foto di colleghe che brindano con champagne, scordati che io possa costruirci un articolo e rimangiati le tue “preghiere di pubblicazione” (ma non perché non mi hai invitata all’evento, chissene, ma perché se hai già invitato le tue super blogger di fiducia, che te ne fai anche del mio articolo non emozionale, non interessato e asettico?).
  • Se il brand che segui elegge il dipendente dell’anno o organizza la festa per i pensionati della classe ’48 non c’è bisogno che mi mandi 10 comunicati stampa per avvisarmi dei lieti eventi. E soprattutto non inviperirti se non ti rispondo.
  • Se ti chiedo delle foto in buona definizione per creare dei collage o delle immagini ad hoc per il tuo brand, non rispondermi di andare a scaricarmele da sola dal sito, perché per mettere in piedi un We Transfer nell’interesse della tua azienda non è mai morto di tenosinovite stenosante del tendine nessuno.
  • Se ci stiamo conoscendo per la prima volta ad un evento non far finta di aver sentito nominare il mio blog un milione di volte quando non è vero, ho un buon fiuto per le menzogne. Meglio piuttosto un: “non lo conoscevo, domani passo a trovarti”, io almeno, faccio così.
  • Se vuoi convincermi che pubblicare sul mio blog un articolo preconfezionato dai tuoi stagisti, gratis, e senza possibilità di revisione, è un’opportunità UNICA e IRRIPETIBILE, ripassa il significato di opportunità: “Caratteristica di ciò che è o che appare favorevole al verificarsi di qualcosa”. Ovvero che a te arrivano un sacco di visite grazie a me (e al mio lavoro precedente), senza che la mia personalità e le mie doti scrittorie possano essere espresse.
  • Se sei così insicuro dei tuoi prodotti da voler adottare una tecnica come quella del punto precedente, non sei ancora pronto per entrare nel mondo digital pr, e, finché non sarai pronto, stanne certo, nessuno sentirà la tua mancanza.
  • Se proprio non hai una mazza da fare tutto il giorno e passi le ore a cliccare il tasto F5 facendo crescere misteriosamente il counter delle visite del tuo blog, sappi che esistono gruppi di recupero serissimi.
  • Se critichi le blogger che comprano ads su Facebook (e io lo faccio, lo dichiaro senza nessun problema!) e poi miracolosamente mi appare la tua effige tra le pubblicità nella sidebar del suddetto social network, beh, fai pace con il cervello.
  • Stai partecipando al contest per gli IT Blog di Grazia…Ma va? Ora, non andare in giro ad elemosinare voti a gente a cui non hai mai detto ciao (vedi punto 1), riempiendo i commenti, le bacheche e i messaggi Facebook altrui con la tua richiesta di mettere un cuoricino. Pensi seriamente che una testata del genere si baserà solo sui voti (facilmente truccabili) e non sulla qualità del blog rischiando di sputtanare il suo nome? Facciamo i seri.
  • Non ti viene mai il dubbio che l’outfit che stai indossando sia davvero orrendo?

Con questa gloriosa domanda si conclude la mia lista a caso delle cose che vorrei sapere e avrei comunque voluto dire prima di un’ipotetica fine del mondo. Se ne avete altre da aggiungere i commenti sono aperti come sempre, e se il 22 saremo ancora qui, questa lista potremmo trasformarla in una sorta di “buoni propositi delle cose da non fare” per il 2013.

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