Riflessioni semi-serie sui saldi: non commettiamo sempre gli stessi errori!

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Oggi è il 5 gennaio e a Milano iniziano i saldi, per la prima volta non sarò in città, ma sarò a Torino. E chissene, direte voi, tanto iniziano i saldi anche a Torino.

Non fa una piega, ma ci vado per un weekend lavor-romanticoso, dunque l’ipotesi di andare per negozi è scartata. Non che sia un problema, quest’anno, credo per tutti, i soldi da spendere in saldi non sono molti e gli sforzi che si potevano fare sono già stati fatti con i regali di Natale, oltretutto, essendo a dieta, cambio ogni giorno che passa forma e pian piano taglia: essendo in divenire non mi conviene comprare nulla finché il processo non sarà quasi giunto al termine.

Tutto ciò per dire che i saldi sono uno di quei momenti dell’anno in cui mi trovo a riflettere sulle abitudini di consumo degli italiani (e non solo): nessuno può obiettare davanti al fatto che acquistare qualcosa che si desidera (o di cui si ha bisogno) a prezzo scontato sia assolutamente meglio che acquistare a prezzo pieno, ma è anche vero che i saldi di solito provocano un vero e proprio delirio consumistico che di oculato ha ben poco.

Sto generalizzando, certo, c’è sicuramente chi fa delle scelte mirate e sensate, ma credetemi, le folle alle 9 del mattino davanti alla saracinesca di Zara con quasi ruzzolamento per terra della guardia al momento dell’apertura l’ho vista con i miei occhi. Più di una volta. Che senso ha spingere per entrare in un negozio, o fare ore di coda per entrare? Che senso ha scannarsi con un’ignara signora di mezza età che ha avuto la terribile colpa di prendere l’ultima taglia di un maglioncino che avevate adocchiato?

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E poi fioccano gli articoli con i “consigli per i saldi”, generalmente si leggono le stesse cose ovunque: ragionate sull’acquisto – non comprate impulsivamente solo per il brivido del basso prezzo – non accontentatevi di qualcos’altro se il modello dei vostri sogni è terminato – cercate i veri pezzi cult di stagione che non vi siete ancora potuti permettere. Ecco, quest’ultima, è una cavolata: comprare i pezzi cult di stagione con i saldi significherà scientificamente che, se amate seguire il corso della moda, l’anno dopo non utilizzerete più nulla di quello che avete comprato, i cult di stagione, come fa intuire la parola stessa, durano una stagione. Il prossimo inverno li tirerete fuori dall’armadio e vi maledirete in tibetano per aver ceduto al fascino del -50%.

Ecco perché, a mio parere, i saldi servono per fare degli investimenti con il vantaggio di risparmiare qualcosa: ci sono capi, come i giubbotti o i cappotti classici, le scarpe (brogue, oxford, décolleté semplici e neutre, sneakers), i tailleur, i completi da uomo, che difficilmente passeranno di moda e dunque rappresentano gli oggetti su cui puntare l’attenzione. Sarò antiquata ma la vedo così, i saldi non dovrebbero servire per togliersi dei semplici sfizi. Ecco perché ogni anno, soprattutto in inverno, compro con i saldi più o meno le stesse cose, generalmente maglioni e maglioncini tinta unita (che quando faccio il cambio dell’armadio andranno nelle loro scatole a sostituire quelli vecchi e pronti all’uso per la stagione successiva), borse anch’esse neutre così che non abbiano stagione, intimo (sempre con lo stesso principio di sostituzione del vecchio con il nuovo), stivali (così che quelli consumati dall’inverno in corso possano essere buttati a marzo e averne un paio nuovo pronto all’uso all’ottobre successivo).

Usando questa tecnica arrivo a fine febbraio/marzo con un bel po’ di capi da parte da destinare ai meno fortunati o alla Caritas e tante cose nuove, comprate ad ottimi prezzi, per finire la stagione fredda e iniziare senza sapore di stantio quella successiva. Questo strano ordine nello shopping contrasta molto con il disordine (mentale e non 😛 ) che spesso mi circonda, chi mi conosce sa cosa intendo: sarà che odio lo spreco e quando c’è da aprire il portafoglio divento circospetta. Non sono tignosa, anzi, ma prima di comprare una cosa ci penso 2.000 volte e spesso, anche se sono soddisfatta dei miei acquisti, qualche senso di colpa mi rimane appiccicato addosso per giorni.

Che fescion bloggher atipica eh?

Concludo, tra il serio e il faceto, con una citazione tratta dal divertente e famoso libro “I love shopping”,  la protagonista Rebecca Bloomwood, una vera fanatica degli acquisti, dice così: “Quando ero piccola esistevano i saldi di mia madre e i prezzi pieni. Con i prezzi pieni compravi cose luccicanti che duravano una settimana, mentre con i saldi di mia madre compravi cose marroni che duravano una vita!”

Quest’anno il marrone va tantissimo, anzi, non ha mai smesso di andare, è il re incontrastato dei colori caldi invernali. Date retta alla madre di Rebecca e buono shopping a tutti!

I-Love-Shopping-film shop

 

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