Cool Hunter Italy: come è andata veramente?

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su pinterest
Pinterest
Condividi su linkedin
LinkedIn

Come sapete ormai perché mi seguite sui social network con tanto affetto e costanza, durante la settimana della moda ho partecipato attivamente e con tutti i miei buoni propositi alla manifestazione fieristica Cool Hunter Italy che si è svolta presso il Palazzo delle Stelline dal 23 al 25 febbraio, a cui per altro, ero già stata, e con grande piacere, anche alla scorsa edizione.

Ora, non è un post facile da scrivere, perché sto cercando di moderare i pensieri e contare fino a 10 prima di mettere nero su bianco quello che penso davvero dopo più di una settimana in cui mi sono trovata davanti a fatti sconcertanti, cose davvero mai viste, sentite e capitate e sono tre anni che questo blog esiste, più di uno che ritengo (e non lo ritengo solo io, ma parlano i fatti) di essere arrivata ad un buon livello.

Lunedì 25 febbraio ho partecipato allo Style Lab organizzato per un gruppo di blogger selezionate: un’esperienza che si preannunciava divertente e diversa dal solito in quanto dava la possibilità di creare degli outfit con i capi e gli accessori degli espositori, facendoci poi fotografare da fotografi professionisti su un set dedicato.

Ora, sapete bene come sono fatta, detesto gli incensamenti pubblici, detesto parlare di questa attività di blogger come un lavoro (anche se di fatto lo è), detesto parlare di soldi e di monetizzazione, ma resta il fatto che ho deciso di partecipare GRATUITAMENTE  a questa attività in quanto M.O.M.A. Style sostiene fin dal suo esordio l’attività dei giovani designer emergenti e sempre continuerà a farlo, con o senza l’esistenza di una manifestazione come Cool Hunter Italy, ma non divaghiamo, dicevo che ho partecipato gratuitamente a questa giornata, mettendo di fatto a disposizione la mia immagine e il mio tempo (e quest’ultimo specialmente un valore ce l’ha come professionista del web) per sostenere questa causa e promuovere i designer partecipanti alla manifestazione. Mi sono messa “a nudo” davanti all’obbiettivo di un fotografo, cosa che sapete faccio raramente, perché ho pensato che fosse un bel messaggio, importante e significativo, da trasmettere a tutti. Convinta della buona fede dell’organizzazione che avrebbe fatto sì che successivamente avremmo scelto insieme cosa pubblicare e cosa no e che avrei anche potuto scegliere gli scatti da utilizzare per il mio articolo. Chiamatemi ingenua, io mi sono semplicemente fidata. Non lo farò mai più.

Perché? Perché di mille foto scattate in una giornata sono stati scelti solo 5 scatti, senza consultarci e nel mio caso senza tenere in considerazione, in toto, l’ultimo outfit, presi e pubblicati su Facebook. Come lo giustifico io ai designer di cui ho tenuto “in ostaggio” i capi anche per parecchie ore, in attesa che fosse il mio turno di scattare, che i loro capi non compariranno nel mio articolo per un’astrusa scelta dell’organizzazione? Sono ancora in attesa di una risposta. Sarò stata anche ingenua in quest’occasione, ma non sono cretina e con i designer ci parlo e sono rimasta in contatto quasi con tutti dopo la fiera. Si perché, in fiera, oltre ad aver partecipato allo style lab, mi sono fermata fino alle 19.30 ad intervistare gli espositori e scattare fotografie con l’intenzione di realizzare ben due reportage, uno sullo style lab e uno sugli espositori più promettenti.

Ora cosa sto scrivendo? Questo post che racconta come sono andate veramente le cose e come sono stata trattata. Alle mie ripetute richieste di avere del materiale e delle foto aggiuntive è stato risposto con un’aggiunta di altre fotografie su Facebook chiaramente non post-prodotte (e questo credo sia un danno anche per i fotografi stessi che io reputo invece bravissimi!), e, non per pensar male ma volutamente sono sembrate le peggio riuscite. Ne ho richiesta la rimozione di alcune specifiche, cosa che per fortuna è avvenuta. Non me ne preoccupo più di tanto semplicemente perché il mio cuore è in pace, la mia Fanpage conta più del doppio dei fan di quella di Cool Hunter, il danno di immagine è stato minimo, ma c’è stato e non posso dunque che trarre le mie conclusioni e dissociarmi completamente da questa manifestazione.

Avrei molto altro da scrivere, mi fermo qui, per rispetto dei designer, tutti, che stimo e che mi hanno confidato le loro speranze e raccontato le loro storie. Pubblicherò lo stesso i post a cui avevo pensato ma state pur certi che, dovesse essere anche l’ultima cosa che scrivo, non emergerà nemmeno una volta di più il nome di questa manifestazione e sarà un qualcosa di assolutamente ed esclusivamente dedicato a questi ragazzi che ogni giorno mettono passione e bravura nell’inseguire i propri sogni, investendo tempo, energie e denaro. Esattamente la stessa cosa che faccio io, in un ambito diverso. A voi tutti designer dico: grazie, perché se la creatività in Italia non è ancora morta anche in un momento di crisi come questo è tutto merito vostro, all’organizzazione di Cool Hunter dico solo invece, un’ultima cosa: alla luce di tutte le cose che sapete bene di aver detto e fatto e che per rispetto di terzi non ho citato in questo post, fatevi un esame di coscienza e chiedetevi chi sta sbagliando e in cosa. Noi blogger siamo un mondo sconosciuto ai più, e ci può anche stare, ma vi assicuro che dietro ogni computer c’è un cervello pensante, nel mio caso non una ragazzina, ma una donna di 27 anni che sa stare al mondo e sa come ci si comporta. Il rispetto, quello è impagabile e voi nei miei confronti e nei confronti delle mie colleghe blogger, che stimo, perché forse più capaci di voltare pagina e ignorarvi, non l’avete avuto.

Con questo passo e chiudo dando nuovamente certezza ai bravissimi designer che avranno su M.O.M.A. lo spazio che meritano con le loro creazioni. Peccato per Cool Hunter, vi sto già facendo un favore con questo post, con una media di 22.000 visualizzazioni di pagine avreste potuto avere dell’altra e ottima pubblicità gratuita comportandovi in modo corretto.

A tutti quelli che sono arrivati fino in fondo chiedo scusa per l’acidità e il cinismo di questo post, a brevissimo si torna a ridere, scherzare ed essere spensierati come sempre, ma, quando ci vuole, ci vuole!

Alessandra Pepe

pp.alessandra@gmail.com

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su pinterest
Pinterest
Condividi su linkedin
LinkedIn
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: