Weekend fiorentino: ultima tappa del MOMA Grand Tour

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Cosa c’è di meglio di un weekend fiorentino? No, non è un detto, e non è nemmeno una banale provocazione che mi serviva come semplice incipit per un articolo. È che davvero, un weekend a Firenze è sempre, sempre, una buona, anzi ottima, idea. Ho lasciato volentieri Firenze come ultima tappa del mio MOMA Grand Tour, per chiudere in gloria (così come in gloria l’avventura era iniziata con Roma) e perché Firenze è una di quelle città che ti lascia sempre addosso quella sensazione di dover tornare presto, insomma, una sorta di augurio scaramantico, per me, che questo progetto non debba per forza concludersi qui.

Per Firenze non sono partita sola: con me Riccardo Chiozzotto, volto che chi bazzica spesso su MOMA conosce bene per le rubriche di design, arte e architettura. Allora che weekend fiorentino sia, perché non deve essere necessariamente romantico, ma può essere anche all’insegna dell’amicizia e del buon vino (rosso, che io non reggo). La prima tappa è sempre, obbligatoriamente, quella dell’Hotel che ci ospita. In centro che più in centro non si può ecco il Mercure Firenze Centro, situato in Via Nazionale a due passi dalla Stazione Santa Maria Novella, ma anche dal Duomo e dalle mille altre attrazione fiorentine. La struttura è davvero nuova e super moderna, frutto di un sapiente intervento di recupero di quello che per anni è stato un cinema/teatro, eredità di cui ancora si notano degli elementi architettonici, soprattutto nelle scale che dominano la parte centrale dell’Hotel, quella che dalla hall porta alla zona riservata alle stanze. Si tratta di una struttura 4 stelle, perfetta sia per il business, sia per chi, per un weekend o una mini-vacanza a Firenze, può permettersi (o vuole permettersi) il comfort di una zona centrale e di un soggiorno di moderno lusso. Dopo aver girato in lungo e in largo l’Italia con Accor Hotels, posso dire di sicuro che questo Hotel è il più bello di cui abbia avuto il piacere di essere ospite.

Che vi devo dire su Firenze? Potrei dirvi che è una di quelle città in cui non dovete perdervi nulla se non ci siete mai stati prima e dunque ben vengano le code per visitare il Duomo o gli Uffizi, ma potrei dirvi anche che è una di quelle città in cui, credo, valga la pena perdersi un po’, semplicemente camminando, perché, in fondo, non c’è nulla di più vero del pensare che sia possibile trovarsi di fronte ad un angolo inaspettato. Io e Ricky abbiamo camminato moltissimo, seguendo l’istinto e mirando a vedere il più possibile e lasciarci attrarre, ognuno, dai propri dettagli preferiti da scattare al ritmo di non si sa quanti clic al minuto. Io con la mia fissa per portoni, balconi e finestre, lui con la sua fissa per gli elementi architettonici particolari, i contrasti di design, i dettagli degli oggetti. Io con la mia determinazione a scattare “la foto” per eccellenza su Ponte Vecchio, con i giusti chiaro-scuri, le giuste ombre, la giusta messa a fuoco.

La sera è cena tipica in un’atmosfera di incredibile vintage design al Braciere Malatesta (in Via Nazionale, proprio di fronte al Mercure Firenze Centro), ristorante storico che di recente ha ricevuto una sferzata di nuova energia, grazie ad una gestione giovane e dinamica. L’hamburger di Fiorentina, per non assaggiare “la solita” bistecca, dovete assolutamente provarlo, accompagnato da ottime patate e da abbondante vino rosso. Se prima, poi, vi dividete un tagliere di formaggi e affettati misti toscani, qualche ora e un digestivo dopo starete di certo o ballando sui tavoli, o dormendo. Noi la seconda.

Il secondo giorno un’esperienze esclusiva ci attende, in compagnia dell’amico blogger Alessandro Masetti, infatti, raggiungiamo Fiesole, dove è lui stesso ad aprirci le porte della Fondazione Giovanni Michelucci, in cui lavora con grande passione. Alessandro ci porta in giro per le stanze, ci racconta del suo lavoro di riscoperta e valorizzazione della vita di un grande maestro come Michelucci, e ovviamente delle sue opere, ma anche della sua collezione di pezzi d’arte e design e delle sue passioni. Immagino che Ricky ve ne parlerà più approfonditamente e di certo con un linguaggio più competente: quello che posso dirvi, lato mio, è di non perdervi questa esperienza, se avete qualche ora in più da dedicare a qualcosa che sia extra Firenze, potete farlo rimanendo sempre aggiornati sulle attività della fondazione.

L’ultimo giorno è tempo di visitare il Mercato Centrale, un altro di cui templi moderni in cui cibo e design si fondono per dare vita non solo ad un luogo cool in cui mangiare qualcosa, ma anche ad un punto di ritrovo e di riferimento importante per la città. Al momento in cui scrivo è terminata (scusate, errore mio nelle valutazioni delle tempistiche), m noi abbiamo visitato la controversa mostra di AiWiWei a Palazzo Strozzi, palazzo che di per sé meriterebbe comunque una capatina e in cui vengono organizzate mostre tra le più interessanti d’Europa.

Giusto il tempo di ripassare in Hotel per un ultimo saluto ed è il momento di riprendere il treno verso Milano. Ci tengo a ringraziare Accor Hotels e tutti gli Hotel che mi hanno ospitato in queste tappe del MOMA Grand Tour, è stata una bellissima esperienza, formativa per me e per chi mi ha accompagnata, esattamente come era negli intenti del progetto e della mia idea iniziale, di girare il nostro splendido Paese sulle orme dei Grand Tour ottocenteschi.

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