Lettera alla ragazzina dell’autobus

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Sali sull’autobus seguendo un gruppetto formato da due ragazze e due ragazzi, sicuramente tuoi compagni di classe. Avrete circa 15 anni. Gli altri chiacchierano a voce piuttosto alta e ascoltano la musica, sono allegri e ridanciani. Tu te ne stai lì, in disparte, li osservi, mai coinvolta nella conversazione. Dopo qualche fermata il gruppetto scende, nessuno si preoccupa di salutarti, e tu resti su, lo sguardo triste che li cerca sperando di ricevere almeno un cenno. Che non arriva.

Non sei brutta, hai solo 15 anni. I capelli grassi, qualche brufolo, quei cazzo di ormoni che esplodono e ti fanno mettere qualche kg sui fianchi.
Le altre ragazze non sono diverse da te, non sono più belle, solo più consapevoli e maliziose, forse hanno già capito che per attirare l’attenzione degli uomini basta poco, è solo una questione di atteggiamento, cara mia.
Ti osservo per tutto il resto del viaggio, mentre torturi la sigaretta che hai in mano e la tua anima allo stesso tempo.
Vorrei dirtelo che poi passa, che imparerai come truccarti e vestirti per essere sexy nonostante la pelle imperfetta e i fianchi larghi, imparerai a sistemarti i capelli e prima o poi qualcuno si girerà a guardarti, e non solo scendendo dall’autobus. Imparerai a nutrirti di quelle attenzioni mentre cercherai di migliorarti.

Gli uomini invece non li capirai mai, ma imparerai ad avere a che fare con loro.

Imparerai che le donne possono essere stronze, parecchio anche. Ma non tutte. E tu pian piano saprai circondarti di quelle giuste.
Prenderai tante botte sui denti, ti farai male, poi le ferite guariranno, ma saranno sempre pronte a sanguinare quando qualcuno te le riaprirà a forza.
Soffrirai, forse più di quanto su stia soffrendo ora su quest’autobus, e sarai felice, sicuramente più di quanto tu sia felice ora su quest’autobus.
Io non amo abbracciare le persone, ma vorrei abbracciarti, vorrei dirti che la vita ti riserverà altre salite ma anche tante discese, e qualcuno quel sorriso timido che ora rivolgi agli altri sperando che lo ricambino, te lo allargherà da un un lato all’altro della faccia. Riderai anche tu, di quel riso spontaneo e quasi sguaiato che entrambe abbiamo sentito prima.
Non smetterai di torturarti, di chiederti cosa c’è che non va in te, perché ci sarà sempre qualcuno che ti farà sentire inadeguata, che non ti sceglierà, che ti farà credere che non ne vali la pena. Piangerai ancora, ti sembrerà di aver pianto tutte le tue lacrime, ma scoprirai sempre di averne ancora, sempre.

Io di anni ne ho quasi 32, continuo spesso a sentirmi come una ragazzine che sorride a qualcuno che le volta le spalle scendendo dall’autobus, ma ho quella consapevolezza che mi permette di sapere che se mi sento così è perché l’ho deciso io; conosco i modi per evitarlo; non sempre, ma quasi.
L’adolescenza passerà, fidati, e non sarà più facile dopo, ma avrai più strumenti per difenderti, per capire, per razionalizzare. E quando la razionalità la manderai a puttane, e succederà, fidati, sará solo perché l’hai deciso tu.
Crescerai, e lì fuori ti aspetta un mondo intero. Ti auguro di viverlo e mangiartelo con la foga con cui oggi, dentro di te, stai sicuramente gridando con tutto il fiato che hai in gola contro chi ti ignora. Ti auguro un’età adulta in cui ti prederai tutte le tue rivincite, ragazzina dell’autobus.

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