Amiche, un anno dopo, a 30 anni

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Care Amiche, questo è un post, ma è anche una lettera a voi, un anno dopo.

Un anno dopo che ci siamo trovate sulla stessa barca a navigar su acqua perigliose, non certo un anno che ci conosciamo. Perché se una di voi è nella mia vita dall’inenarrabile cifra di 25 anni, l’altra sta per sfiorare i 12 e, voglio dire, visto che siamo ancora giovanissime trentenni, non è affatto poco.

Ma un anno fa è successo che la mia vita è andata alla deriva e voi eravate lì, e in qualche modo mi avete portato in salvo e quindi questo post è anche per dirvi grazie, anche se l’ho già fatto tante volte, con tutti i mezzi possibili.

Un anno fa è successo che voi due, che prima quasi non vi conoscevate, siete diventate amiche a vostra volta. Un anno fa è successo che si è creato un trio leggendario, perché Le Perle del Tigullio, ne sono certa, sono destinate all’imperitura memoria. Ogni donna al mondo dovrebbe avere una Perla del Tigullio a cui rivolgersi, a cui mandare foto di uomini barbuti e con cui condividere tutto. Ci sono stati episodi divertenti, drammatici, tristi, angoscianti, amari, preoccupanti nelle nostre vite di questo anno. Abbiamo discusso, riso tantissimo, mangiato molto sushi, ci siamo incazzate per poi disincazzarci, ci siamo intristite per poi gioire poco dopo. Siamo state d’accordo e non siamo state d’accordo. Ci siamo scontrate per poi trovare un punto di incontro pochi metri dopo. Insomma, siamo state noi, con mille difetti e, ne sono convinta, altrettanti pregi, che, moltiplicati per tre, fanno tremila.

L’amicizia a 30 anni è tutta un’altra storia. Perché finalmente sei libera da quelle ansie e sovrastrutture della giovinezza, non che prima ci sia mancanza di sincerità e schiettezza, ma a 30 anni è diverso, perché hai la consapevolezza che le persone che fanno parte della tua vita e con cui hai creato un legame continueranno ad essere lì per te e con te, ad affrontare una fetta di tiramisù tanto quanto le tue più grandi prove di coraggio. A 30 anni capisci che non è necessario essere sempre d’accordo, e che si può voler bene anche quando non lo si è per nulla, a 30 anni sei più disposta ad accettare, ad accogliere, a farti delle domande, a 30 anni impari a contare fino a 100 prima di parlare, e se non conti sai che in quel momento è necessario non contare.

Amiche, un anno dopo la nostra piccola vacanza a Rapallo, quando siete partite da Milano con mille peripezie per venire a raccogliere i miei pezzettini di cuore sparsi sulla riviera del Tigullio (adesso è chiaro il nome del nostro gruppetto eh?), devo proprio dirvi che è stato uno degli anni più incredibili della mia vita adulta. Se una ferita non si rimargina ci sono però un milione di modi per alleviarne il dolore, e voi me li avete insegnati tutti. Mi avete sgridata, come vi ho sgridate io. Mi avete accolta nei momenti più improbabili e alle ore più improbabili, come vi ho accolte io. Mi avete lasciato fare e io ho lasciato fare voi. Vi siete preoccupate per me, e io spesso per voi. Siete state la mia seconda famiglia, le prime a vedere il cantiere della mia casetta, le prime ospiti a cena. Mi avete incoraggiata a rifarmi una vita sentimentale, e ancora non ci siete riuscite, ma sono certa che non demorderete. Io vi ho incoraggiate a lasciar perdere “gli stronzi”, ma ero comunque certa che non mi avreste ascoltata, e chissà, forse il tempo sta dicendo che ho sbagliato io e avete fatto bene a non ascoltarmi.

L’ho già detto no che siete state la mia seconda famiglia? Non quella della Barilla, che quella non esiste, una di quelle famiglie schiette, belle, sincere, piene di drammi e di risate, quelle che non esistono, insomma, nemmeno loro. Se non nei telefilm americani. E allora sì, noi siamo un telefilm americano.

Buone vacanze, anche se quest’anno non le faremo insieme. Ci scriveremo come sempre, con la certezza che i nostri flussi di coscienza hanno altrettanto valore dal vivo, come nelle parole di pixel di Whatsapp. Ci scriveremo pensando quanto sarà bello riabbracciarsi dopo la metà di questo torrido agosto, con tante cose da raccontare e nuove storie da scrivere. Racconti e storie che, sono certa, continueranno a caratterizzare le nostre vite future, perché è l’amicizia dei 30 anni quella che ormai fa indissolubilmente parte di te, quella che è destinata a far parte della tua vita per sempre, qualunque cosa accada, anche la peggiore.

Amiche, un anno dopo ho imparato che anche se vi conosco, sommandoVI da 37 anni (che manco li abbiamo, è giusto per rendere l’idea), la vera amicizia è quella che si costruisce ora, che si lotta per tenere, anche quando le idee sembrano divergere in direzioni opposte. Perché siamo donne con le palle, donne che non si arrendono, donne che si dicono in faccia “ti casca una tetta”, “hai una ruga sul mento” e, allo stesso tempo, non dimenticano mai di dirsi “ti voglio bene”, “sono felice per te”, “se vuoi possiamo parlare di lui anche 24 ore su 24”, “se hai bisogno sono qui, sempre”.

Amiche, un anno dopo faccio fatica a ricordare l’era pre-Perle del Tigullio, un po’ come a.C e d.C, sono certa che, per qualche ragione, in futuro, finiremo nei libri di storia.

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