Outfit: Me, Myself and I

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(PH. Federica Guidali)

Oggi ho deciso di scrivere un post un po’ diverso dal solito, non solo perché si tratta di un outfit, merce rara in questo blog, ma perché voglio utilizzarlo come spunto per una riflessione che nel corso degli ultimi mesi si è ritagliata grande spazio nella mia mente e che ho avuto modo di vedere ancora più chiaramente la scorsa settimana trascorsa finalmente in relax dopo un lunghissimo anno in quel di Taormina (ma di questo parleremo prossimamente). Siamo blogger, sono una blogger. Ho deciso di  rendere pubblica parte della mia vita sul web, sicuramente di rendere pubbliche le mie opinioni in merito ad uno svariato ventaglio di argomenti, talvolta ci metto anche la faccia…e il corpo. Un corpo che non è quello di una modella: non risponde ai canoni che la società impone come canoni di bellezza standard, ma non voglio cadere in questo discorso trito e ritrito prendendomela con veline, tv e Miss Italia, voglio proprio parlare di questo canone applicato al mondo del blogging, nello specifico del fashion blogging.
Recentemente sono stata attaccata, anche in modo piuttosto pesante, sulla fanpage di M.O.M.A. da una ragazza che ha deciso di uscire dall’anonimato prendendosela con una mia foto. Ha avuto un’estrema cura nel cercare di dire che non le piaceva il look, ma alla fine, il dente è andato a battere per tutta la lunga e delirante disquisizione sulla mia forma fisica. Ora, le regole del buon social media specialist imporrebbero di non rispondere a tali provocazioni. Ma sulla pagina di M.O.M.A. io smetto i panni prettamente lavorativi e vesto quelli di una donna come tante altre che no, proprio non ci sta ad essere giudicata e presa a male parole per come è fatta, nemmeno se è una blogger, nemmeno se sa che parte del “successo” passa dalla cattiveria altrui. Passi essere giudicati per quello che si indossa (anche se io non mi sono MAI permessa di giudicare nessuno con parole pesanti per l’abbigliamento), ma è assolutamente inconcepibile attaccare gratuitamente sull’aspetto fisico. È come per il fatto che esistano fashion blogger e curvy fashion blogger, c’era proprio bisogno di fare questa distinzione? Come se l’aggettivo Curvy diventasse anche uno scudo per le stesse ragazze che si mettono in gioco: “sono curvy,  l’ho scritto davanti alla mia definizione di fashion blogger, quindi non potete attaccarmi per il peso”. Ma stiamo scherzando? Io sono una blogger che principalmente scrive e ogni tanto si mostra con outfit e servizi fotografici legati a progetti speciali, c’è bisogno di specificare Curvy davanti all’elenco dei miei titoli professionali, così da non alterare la sensibilità di chi oltre una taglia 38 vede grasso e mancanza di salute? A tutto questo si aggiunge un problema di fondo: il fashion blogging è talmente inflazionato che ognuno cerca di scansare la definizione e mettere le mani avanti, quando l’unica cosa che dovrebbe davvero valere nel settore è la professionalità e il reale contributo all’informazione contenutistica o visuale (nel caso di chi fa solo fotografie) sul web.

alessandra pepe momastyle

Ovviamente, non avendo mai fatto mistero di essere alta 1.64 e portare (adesso) una normalissima 44, dopo mesi di dieta che mi hanno portata a perdere 15 chili (presi nel giro di due anni per problemi di salute e medicine), mi inferocisco quando vedo tanta superficialità nei commenti. E quello di Facebook che ho citato poco sopra è solo uno dei tanti che ho ricevuto in questi mesi: grazie a dio non sono più una ragazzina delle medie che ci piange sopra e si sente inadeguata, grazie a dio sono una donna di quasi 28 anni, consapevole dei propri problemi DI SALUTE, che ha preso in mano la propria vita per cercare di migliorarla. In tutto questo non ho MAI mollato, perché, ragazze e ragazzi in lettura, avere passione per la moda, per la scrittura di moda, per il giornalismo di moda nulla ha a che fare con il vostro peso o su come decidete di vestirvi. Potreste andare in giro in tuta tutti i dannati giorni che dio manda in terra ed essere comunque perfettamente capaci di analizzare una sfilata, cogliere le tendenze, riconoscere i tessuti e i materiali e farvi riempire gli occhi (e poi la penna) di tutta la curiosità, la creatività, l’eccentricità, l’entusiasmo e la ricerca che caratterizzano il sistema moda. L’unica cosa che conta, per me, per essere una brava blogger è il talento, la capacità di trasmettere dei pensieri e delle emozioni, la capacità di ascoltare i propri lettori e dare loro voce e importanza. Io non so se sono così, ma lavoro per esserlo e spero vivamente che ci siano tante altre colleghe che la pensino come me. Lasciamo le bagarre sull’aspetto fisico ai bar di provincia in cui le ragazzette si scannano per conquistare il bello del paese e cerchiamo di portare più serietà e professionalità in questo settore.

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I WAS WEARING: Maxi Skirt, Top and Denim Jacket by H&M, Clarks wedges, Hip Hop watch, Glassing sunglasses, Bag Noā, Bracelets H&M and Fourever.

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