Festa della mamma all’ombra dell’Albero della Vita

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Domenica sarà la mia festa, lo dicono le pubblicità in profumeria, le rose dai fioristi, le scritte sulle torte in pasticceria. Tutto a ricordarmi e a ricordarci che domenica è la festa della mamma e mentirei se non ammettessi che custodirò gelosamente per sempre i lavoretti che le mie piccole hanno dedicato per me all’asilo, dove le maestre sono intelligenti e lasciano che siano i bimbi a creare di proprio pugno i piccoli doni e non sono loro a prepararli già belli e pronti, che non voglio un disegno perfetto, voglio un disegno di mia figlia. Un giorno per festeggiare e per ricordare l’incredibile lavoro di noi madri: ce ne è bisogno? Alcuni direbbero che è solo consumismo, che come San Valentino, è solo un’altra occasione per vendere fiori e cioccolatini. Forse è anche questo, ma alla fine dipende tutto da come la vivi e, se per un attimo mettiamo al bando profumi e bigiotteria a forma di cuore, cosa c’è di male nel dedicare un giorno all’anno per ricordare e celebrare la mamma in un mondo che celebra e festeggia di tutto? È un giorno in cui fermarci e riflettere su cosa significhi essere madri, ma anche essere figli. È un giorno per ricordare la donna che ci ha fatto nascere, crescere e aiutato a diventare adulti, quello che siamo oggi, con tutti i nostri pregi e difetti. È un giorno per ricordare anche tutte quelle donne che non sono mamme per natura, ma la sono per scelta del cuore e della testa, quelle che adottano e quelle che ricevono i bimbi in affido. È proprio con questi pensieri che mi frullavano in testa che mi sono recata all’Open Day della fondazione L’Albero della Vita che ha compiuto 18 anni. “Diciotto anni sono un’età dal valore fortemente simbolico per la vita della nostra organizzazione – afferma Ivano Abbruzzi, Presidente della Fondazione L’Albero della Vita – l’età in cui si consolida un ancora maggiore senso di responsabilità. Responsabilità come lavorare in modo puntuale per produrre cambiamento nella vita dei bambini e dei ragazzi consolidando le metodologie di lavoro. Responsabilità come prendersi carico dei contesti in cui operiamo in un’ottica più sistemica, sollecitando i diversi attori a mettere i bambini e i ragazzi al centro della vita sociale e politica”.

Lì parlando con le responsabili mi è risultato lampante che sostenendo i progetti promossi dalla fondazione si può essere madri in vari modi e forme, adottando un bambino a distanza, provando l’esperienza dell’affido, pur sapendo che è temporanea ed anzi auspicandoti che quel bimbo torni alla sua famiglia d’origine. Certo perché ci sono anche le madri naturali che devono essere aiutate e la fondazione cerca di soccorrere le famiglie, sia quelle italiane, sia nel mondo, in India, in Congo, in Perù, ma anche nel non lontano est Europa, affrontando il non facile fenomeno delle famiglie migratorie.

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L’esperienza di essere madre e figlio, insomma l’esperienza della vita, non è dunque sempre facile, purtroppo, e ad occhi esterni non è sempre comprensibile, ma c’è chi, come L’Albero della vita cerca di comprendere per aiutare e c’è chi poi è pronto ad amare quei bimbi in difficoltà, adottando quei progetti con l’amore spontaneo e sincero di una madre. Insomma con la festa della mamma si festeggiano tutte le mamme: le mamme normali che accompagnano i loro bimbi a scuola nella serena quotidianità, le donne che vorrebbero un figlio ad ogni costo anche se la natura sembra negarlo, quelle che sopportano di vedere il loro bimbo in terapia intensiva giorno dopo giorno, quelle che soffrono per un figlio mai nato, quelle che ricordano nelle sere malinconiche il bimbo dato in adozione e sperano stia bene, tutte quelle che dall’altra parte sopportano la trafila dell’adozione con un cuore che straripa d’amore, quelle coraggiose che con un sorriso accettano le montagne russe dell’affidamento, tutte le madri che vorrebbero almeno avere ancora un minuto con loro figlio.. queste sono le donne a cui dovremmo dedicare le nostre attenzioni, donne di ogni giorno, donne come noi, a cui la vita dà e toglie, ma che tengono botta.

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E da mamma mi permetto di svelare un piccolo segreto ai figli e non me ne vogliano tutti i fioristi e pasticceri: non preoccupatevi del regalo che ci farete, quello più bello noi lo abbiamo già ricevuto e siete voi, figli biologici o figli adottivi che siate, figli in affido, figli grandi o piccoli. Noi madri siamo fortunate perché abbiamo la scioccante e straordinaria  consapevolezza che la nostra vita proseguirà in voi, che una parte di noi vivrà per sempre in voi, dovunque sarete, dovunque saremo.

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