Dubbi da mamma: perché voler essere ancora oggi principesse?

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“Non ridete, ma forse siamo noi le anime gemelle una dell’altra. Lasciamo che gli uomini siano solo quei ragazzi carini con cui divertirsi” diceva così Charlotte alle sue amiche e di rimbalzo anche a noi, cresciute a pane e Sex and the City, donne intraprendenti e consapevoli di non avere bisogno di un principe azzurro… e allora perché ancora lo sogniamo? Il fascino discreto della favola, del vissero felici e contenti è ancora lì che striscia silenziosamente nelle nostre menti, al di là di ogni nostra lotta per le quote rosa, e stiamo perpetrando il mito anche alle nostre figlie. Non lo facciamo volontariamente: è come un archetipo junghiano, qualcosa che sopravvive nel subconscio femminile e per ogni Carrie Bradshaw che vorremmo essere, c’è una piccola Cenerentola che nel profondo del nostro Io grida per essere liberata. A questo profondo manicheismo tutto femminile sono la prima a non fuggire e ne ho avuto la controprova pochi giorni fa quando con le mie figlie sono entrata al Disney Store di Milano in Corso Vittorio Emanuele.

Perse tutte le inibizioni tipiche dell’età adulta, catapultata improvvisamente all’infanzia come solo la magia Disney sa fare, non potevo fare a meno di rimanere incantata di fronte ai nuovi prodotti legati al live action Cenerentola.

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MariaVittoria, la  mia figlia più grande, è rimasta incantata dal costume di Cenerentola al ballo, caratterizzato, come le scarpette in abbinato, dalle farfalle. Volendo, si poteva completare l’abito con specchio e accessori. Insomma avrei trasformato la mia piccola in una vera principessa e non mi sono posta il problema di come questo potesse influenzare negativamente un domani il suo desiderio di autodeterminarsi.  Oltretutto io stessa in quel momento ero affascinata dal mondo delle principesse ed ero oltremodo tentata di acquistare il set di tazze in porcellana da collezione, sempre legato a Cenerentola, o la borsetta, o comprare per una mia amica la cover dell’IPhone, sapendo che le avrei fatto un regalo graditissimo. Nel frattempo la più piccola delle mie figlie era attratta dagli Tsum Tsum, peluche tondeggianti che riproducono i personaggi dei film Disney più celebri ed ecco spuntare anche lì Cenerentola, GasGas e la fata Madrina, ripresi dallo storico cartone animato che mi aveva fatto sognare da piccola. Io con un occhio controllavo le mie piccole, con l’altro cercavo che la taglia giusta per me della maglietta di Cenerentola. Per fortuna prima che io dilapidassi le finanze di famiglia, mio marito è arrivato e, spezzando l’incantesimo, mi ha riportato alla realtà. Lasciato il negozio, non senza qualche acquisto (inevitabile quando si entra al Disney Store), MariaVittoria è determinata a partecipare al concorso con scadenza il 16 Aprile. Ricordando l’ammonimento della madre di Cenerentola: “Aver coraggio ed essere gentile”, tutte le bambine possono compilare una cartolina (disponibile in store e online all’indirizzo www.disneystore.it) raccontando un episodio in cui sono state coraggiose e gentili verso altre persone. Le partecipanti vincono tanti premi targati Disney Store.

Quando mi sono ritrovata con le altre mamme, qualche giorno dopo, a raccontare l’accaduto, di come l’entusiastica mania per le principesse  avesse colto me e le mie figlie, scopro  che anche le mie amiche, donne totalmente indipendenti ed autonome, stanno vivendo lo stesso stato emotivo confusionale soprattutto da quando Sky ha dedicato in questo giorni il canale 304 alle principesse Disney. Insomma sono in mezzo a delle vere e proprie seguaci del vissero felici e contenti e, nel frattempo, le nostre rispettive figlie si spartiscono i ruoli: una è Biancaneve, l’altra Aurora e poi Jasmine è così via.

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Il tutto mi fa riflettere, soprattutto quando leggo i risultati degli incassi del primo weekend nelle sale di Cenerentola di Kenneth Branagh. Il film ha conquistato il primo posto del box office italiano con un totale di 5,2 milioni di Euro in soli quattro giorni. Innegabilmente uno dei grandi successi del 2015 e ha infatti battuto anche l’opening ottenuto da Maleficent.

Tutto questo ha dato nuova slancio al mondo delle Principesse Disney che dai dati di vendita (e non solo dalle mie esperienze di vita) vive un momento magico sul fronte consumer. Daniel Frigo, presidente e amministratore delegato The Walt Disney Company Italia, ha dichiarato: <Congratulazioni a tutto il Team Disney Italia. Il modo in cui oggi lavoriamo come un’unica Company, grazie al supporto di tutti  i rami aziendali, ci porta ad ottenere continui  successi  creando momenti di grande impatto per il consumatore come quello a cui assistiamo oggi con Cenerentola. Il business del mondo delle Principesse non è mai stato tanto effervescente con riflessi molto positivi sul Retail, Licensing, Disney Stores, Cinema e, in generale, sull’intero mercato Consumer Products>. 

Sembra proprio che la mania delle principesse stia avendo il sopravvento e forse anche la nostra amata Carrie Bradshaw, con la sua sfrenata passione per le scarpe, ne sarebbe rimasta vittima, visto che la Disney Consumer Products ha collaborato con Paul Andrew, Alexandre Birman, Rene Caovilla, Jimmy Choo, Salvatore Ferragamo, Nicholas Kirkwood, Charlotte Olympia, Jerome C. Rousseau e Stuart per realizzare una collezione ispirata alla scarpetta di cristallo di Cenerentola.

C’è chi poi ha avuto la fortuna di vincere il concorso www.cenerentolaperungiorno.it e principessa lo è stata per una notte. Dal 29 dicembre 2014 al 12 gennaio 2015 tutte le ragazze italiane tra i 16 e i 21 anni hanno potuto partecipare al concorso  per aggiudicarsi la partecipazione al Ballo Viennese delle Debuttanti di Milano, organizzato dall’Austria Italia Club il 24 gennaio 2015 presso la Società del Giardino.

Tutto questo fa riflettere ed è il correlato dell’interesse per Kate Middelton: il giorno del suo matrimonio con William, tutte ci siamo fermate, chi per criticare, chi per sognare, ma tutte volevamo guardare la principessa e d’altro canto lo stesso fecero le nostre mamme, sì proprio loro che il femminismo lo avevano vissuto, quando si sposò Diana. La domanda che sorge spontanea è: perché? Cosa ci attrae? Come madri stiamo dando insegnamenti sbagliati alle nostre figlie (“trovati un principe”, i.e. un uomo che ti mantiene e la tua vita sarà una favola)? Riflettendoci, mi rendo conto che quello che ci attrae è la dimensione del sogno, un sogno marcatamente d’amore. Alle nostre bimbe stiamo semplicemente cercando di trasmettere questo insegnamento, di cercare l’amore, quello vero, anche se per il mondo non è quello giusto. Può non essere benestante come noi, come Aladin per Jasmine, può apparire brutto agli altri, come la Bestia per Belle, può sembrare contro natura, come Eric per la Sirenetta, ma se è amore vero non bisogna perderlo. Certo è una rilettura contemporanea delle favole, ma come tutte le storie immortali sanno adattarsi ai tempi. Reinterpretate così le principesse Disney non sono tanto diverse dalle quattro single di Sex and the City, che da adulte e indipendenti cercano l’amore quello vero o meglio, come dice Carrie, lo zsazsazsu, quella sensazione di farfalle nello stomaco che ti fa perdere la testa.

Vista così possiamo lasciare che le nostre figlie sognino di essere principesse (e per noi già lo sono!); poi da grandi scopriranno che l’affannosa ricerca dell’amore vero e appagante non è purtroppo così facile come le favole da piccole ci insegnano, ma noi non possiamo che augurare loro di trovarlo quell’amore che ti fa sentire matta e lo potranno trovare solo se ameranno prima di tutto loro stesse. Quindi auguriamo loro una carriera e una vita piena di soddisfazioni personali e di amiche vere, perché le nostre piccole un domani siano delle grandi donne.

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