Perché 50 sfumature di grigio mi ha fatta incazzare

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Forse avrei dovuto scrivere arrabbiare. L’indicizzazione avrebbe approvato maggiormente. Ma ecco, no, io mi sono proprio incazzata. Non chiedetemi perché in una piovosissima domenica di giugno io abbia deciso di dedicarmi alla visione del film, mi è venuto in mente così, come le tante stronzate che penso ultimamente. Il libro lo avevo già letto, a scopo di indagine sociologica, e mi aveva fatto ridere tantissimo, ma roba che un qualsiasi spettacolo comico o la barzellette di Totti non arrivano a fare tanto. Però bon, finché rimane un libro, lo vedi un po’ come gli Harmony che consumano le nonnette sotto gli ombrelloni ricordando i bei tempi andati, i soliti stereotipi del bene contro il male, l’agnello e il lupo cattivo, la forza contro la debolezza, gli spasmi d’amore che ottenebrano il cervello e via discorrendo.

Io l’ho già detto e scritto no che l’amore è una cosa complicata? E allora mi incazzo a morte a veder diventare prima bestseller e poi premiato al botteghino, una storia così svilente per il genere femminile, ma non solo per il genere femminile, per il genere umano intero. Riassumiamo la faccenda: Mr. Grey è un giovane imprenditore ricco sfondato, bello ma…con un passato terribile, una mamma spacciatrice di crack, drogata e prostituta da cui all’età di 4 anni viene portato via per essere adottato dalla famiglia Grey, ricca, composta da persone bellissime, educatissime e via discorrendo. Anastasia, invece, è una che lavora al Paradiso della Brugola (Aldo, Giovanni e Giacomo docet) per mantenersi agli studi, mentre suo padre vive lontano e sua madre si sollazza in Georgia con il quarto marito sposato per ragioni economiche, è mediamente carina ma si veste da sfigata con le camicine a fiori e ha la frangia spettinata. Mr Grey la incontra per un’intervista formale e decide che è la donna della sua vita, non solo ma che deve farne la sua sottomessa sessuale. Lei è vergine, ma, i fumi dell’amore la convincono ad accettare le pratiche più assurde, fino a quando lui non la sculaccia, e allora no, se ne va, perché non si fa, puoi appendermi al soffitto con delle manette in stile medievale ma le sculacciate proprio non si tollerano.

Ok, ho riassunto un po’ brutalmente la trama, ma il succo è questo (e poi, non sono così bastarda da rovinare la sorpresa per intero a chiunque, per qualche astruso motivo, fosse ancora curiosa di leggere o vedere il film), quello che mi chiedo è: donne, siamo veramente messe così male da dover proiettare le nostre emozioni, anzi, la nostra partecipazione emotiva, verso una storia che, di fatto, è solo uno dei tanti esempi di maschilismo imperante della società in cui viviamo? Quello che io ho ricavato da lettura e visione di film è che, per amore, uno arriva a sopportare situazioni che metterebbero a disagio anche una Cicciolina d’annata, e dico, dio santissimo, nel 2015 è realistico?

Siamo davvero tutte in cerca del principe nero da trasformare in azzurro? Abbiamo davvero tutte la sindrome da infermierina cronica che ci porta ad innamorarci solo ed esclusivamente di chi dobbiamo salvare dalle forze oscure del male dell’animo o siamo ancora in grado di interessarci a quei ragazzi che magari conducono una vita meno eccitante ma ci garantirebbero amore, solidità, stabilità? Siamo davvero così affascinate dalla follia, dalla trasgressione? Siamo davvero convinte di essere state messe al mondo per crescere belle, intelligenti e professionali per poi farci ingabbiare da uno che per eccitarsi ha bisogno dei laccetti da elettricista?

Suvvia, facciamo i seri.

Il successo di 50 sfumature di grigio non riesco a spiegarmelo, così come a suo tempo non mi spiegai quello di Twilight e dell’arrendevole Bella che decide di diventare Vampira pur di stare con lui, un muscolosissimo bellinboccio più bianco di un albino. L’amore non è questo, l’ho già detto, l’amore è una cosa difficile e spesso richiede dei compromessi, ma l’amore non è mai rinunciare a se stessi per compiacere l’altro, per arrivare ad accontentarlo a 360°, l’amore non è mai annullamento della propria personalità, l’amore non può portare da un giorno all’altro a smettere di credere a ciò in cui si era sempre creduto. Ma soprattutto l’amore non è mai mancanza di rispetto verso se stesse, in nome di esperienze estremo o di uno sconvolgimento tale dovuto alle emozioni da non riuscire più a scindere le scariche di adrenalina positive, da quelle che portano solo, poi, al pentimento.

Insomma, non ditemi che 50 sfumature di grigio è una storia che fa sognare e provoca l’immedesimazione di milioni di donne, perché no, ragazze, allora forse non voglio più essere donna.

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