Achille Castiglioni: piccole attenzioni, grandi saperi

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A Milano si è appena concluso il numero zero di Design City. Riflettori accesi sulla cultura del progetto hanno guidato, creativi, addetti ai lavori e visitatori in un percorso fitto di incontri, talk, e workshop. Nuove riflessioni sullo stato dell’arte del design, dell’architettura, dell’intrattenimento e della comunicazione; un momento di dialogo attraverso il quale diffondere conoscenza. In questo frizzante scenario cittadino la Fondazione Achille Castiglioni ha aperto le sue porte per presentare la collezione di maniglie C1918 disegnata nel 2002 e oggi prodotta da Dnd by Martinelli.

achille castiglioni maniglie design

Una settimana davvero lunga, quella appena trascorsa. Un palinsesto pieno zeppo di iniziative da non saper come organizzarsi per non perderne una. Quella di cui voglio parlarvi, l’avevo evidenziata in rosso sul programma. E così nel mio girovagare varco la soglia della Fondazione Achille Castiglioni. Questo luogo c’è dal 1962, e fino al 2002 è stato lo studio dell’architetto. Qui oggi i figli Carlo e Giovanna insieme a Antonella Gornati, conservano e divulgano la sua opera intera. Entro e l’emozione mi toglie la parola, solo sguardi; ovunque cada l’occhio, si sofferma su qualcosa che sembra essere uscito dal vecchio baule dei ricordi. Immediatamente quella che sembrava un’esistenza lontana scopro essere parte della mia.

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Ogni centimetro di questo spazio sembra dar voce alle parole di Achille Castiglioni, le sue citazioni, i suoi pensieri sul ruolo del design, sulla sua responsabilità e complessità. I vecchi e alti scaffali di legno sono affollati di icone tra le quali fanno capolino appunti scritti a mano su pezzi di carta ingiallita. Uno dopo l’altro quei pezzi mi riportano indietro. Ricordo di averne visti tanti girare in casa, il televisore Brionvega, la lampada Arco, il battipanni in vimini. All’epoca erano un must per tutti, ma tutti ne ignoravano il valore progettuale. Quelle magnifiche forme erano il risultato di una filosofia: oggetti veri per bisogni reali.

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La progettazione di un oggetto di serie industriale è anzitutto un processo integrale di continua partecipazione umana e di scelte che devono precedere e condizionare ogni metodologia settoriale: un’operazione di cultura, prima che una classificazione strumentale…. Tutto qui insomma, come dire che tutto deve essere pensato e prodotto per la comunità. Su un vecchio e consumato tornio di legno, nel laboratorio dello studio museo di Achille Castiglioni, vedo schizzi e disegni originali che ne sintetizzano il concetto. E, su un piano disordinato, un tracciato ancora nitido della progettazione dalla carta al prodotto.

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Il lavoro dell’Architetto Achille Castiglioni ha raggiunto ogni area della progettazione da quella architettonica a quella per l’arredamento, dallo studio alla ricerca. Installazioni, elettrodomestici, lampade, mobili e complementi d’arredo. Tutto concepito da quella sua netta visione da applicare anche ai dettagli. Spesso non ci soffermiamo sull’importanza di certe piccole cose, eppure alcune sono indispensabili. Per aprire e chiudere, per entrare e uscire, per trasportare senza fare troppa fatica. Provate a pensare all’utilità di una maniglia. Nel 1945, insieme al fratello Pier Giacomo disegnava Pomolo, facilmente impugnabile con tre dita per le sue dimensioni ridotte, era frutto di un’accurata riflessione sulla funzionalità.

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Una maniglia fu il primo progetto e, per ironia della sorte, una maniglia fu anche l’ultimo. Questo insieme a Gianfranco Cavaglià con il quale Achille Castiglioni intraprese una ventennale collaborazione dando forma nel 2002 a C1918. Il nome celebra il suo anno di nascita. L’osservazione delle impugnature, delle sezioni e dei materiali comunemente usati si è velocemente trasformata in tema progettuale. Un’idea distante dalla produzione consumistica che interagiva con le esigenze dell’utente finale prima ancora di considerare quelle del mercato e che usciva, già allora, dall’anonimato della sua natura.

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Oggi, a distanza di decenni, è Dnd by Martinelli a produrre la collezione di maniglie C1918, grazie anche ai disegni recuperati dalla Fondazione Achille Castiglioni. Classica e a maniglione affianca al sottile supporto in acciaio Inox, un’impugnatura in rame che la rende un oggetto di design unico e aggiornato.

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Beh allora provate a immaginarmi lì. Circondato da tutto quello che leggevo sui libri e che mi attraeva ai tempi dell’università. Lì, dove avvertivo la vita tra la polvere dell’immobilità. Lì dove la grandezza di una personalità unica mi faceva sentire quasi in soggezione. Proprio lì mi si sono inumiditi gli occhi e sempre lì ho incontrato Giovanna, la figlia di Achille Castiglioni. È lei la voce narrante della fondazione che mi ha dedicato tanto tempo per raccontarmi di suo papà. È lei che mi ha invitato a provare la Cubo, per smascherare quel lato soffice racchiuso in tanta rigida geometria. È lei che ha scattato la foto sulla poltrona di fianco al tecnigrafo dell’architetto. È questa la storia più bella della mia Design City 2016.

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Funk Design ritorna, stay tuned!

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