Ell, immagini dall’abbandono che fermano l’oblio

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Spesso mi trovo a girare per le vie nascoste della città, sicuro di trovarmi in luoghi e incontrare persone in grado di attrarre la mia attenzione. E così è capitato a maggio, quando dalle vetrine di Art in the city, qualcosa ha acceso il mio sguardo indagatore spingendomi all’interno per osservare da vicino certe immagini nitide che sapevano di polvere. Lì conosco Ell, al secolo Eleonora Costi, giovane psicologa con l’arte che trafigge l’obiettivo della sua camera fotografica. Non assisto a una mostra, entro piuttosto nell’universo inquieto dell’abbandono. Abbandoned H.Ell è la personale di un racconto interiore che a fatica si contiene all’interno dell’involucro del corpo, straripando velocemente in un fluire di parole sopraffatte talvolta da emozioni. Quelle che generosamente mi ha regalato durante una lunga chiacchierata.

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Urbex Urban exploration l’ha catturata ed entusiasmata, Take nothing but photographs, leave nothing but footprints sembra essere diventato il suo mantra. Nonostante le interviste le reputi noiose, voglio capire di più, ma soprattutto voglio iniziare dall’origine. Come partire per un lungo viaggio, zaino in spalla e via. Il primo in India, insieme a mamma e papà è quello che di più ha fatto breccia restando nel cuore. Ma i viaggi in oriente, anche quelli successivi in Nepal, Vietnam, Birmania e Iran, sono stati l’occasione per svegliare la passione per la fotografia; rilegge molteplici aspetti culturali, etnici e religiosi con un approccio psicologico, immortalando in questo modo atteggiamenti e situazioni inusuali per il nostro micro mondo; “volti, espressioni, luoghi ed oggetti possono essere interpretati meglio quando sei consapevole di conoscere come l’uomo si muove nell’ambiente, come pensa di muoversi e come l’ambiente stesso si trasformi in funzione di ciò che l’uomo vuole”.

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Quello zaino è pieno, cavalletto, fotocamera, coraggio e un po’ di incoscienza, la sua avventura è iniziata. Storia dopo storia, chilometro dopo chilometro per poi fare ritorno e respirare l’aria acre della camera oscura, tra pellicole appese, cavalletti e obiettivi, oggetti prima inconsueti ma familiari, poi usati come estensione di sè. Il viaggio l’ha messa di fronte alla diversità, la stessa che l’ha portata a penetrare nel mondo dell’abbandono. Così ha inizio un interminabile giro per l’Italia alla ricerca di posti carichi di storie e vite vissute, lasciati nell’oblio e al dominio della polvere: case ancora arredate con grandi saloni affrescati, alberghiex ospedali psichiatrici, chiese, collegi e monasteri, tutti lì, fermi, immobili immersi nel tempo che passa, in un monotono silenzio, che alleggerisce il passo e ti fa trattenere il respiro, spesso sfregiato dalla natura, dalla luce e da tutto il resto che vive intorno. Chiude gli occhi e rivive danze e feste, messe e sacerdoti, medici e malati o più semplicemente l’esistenza di uomini e donne.

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La ricerca alimenta il bisogno di vivere e trasmettere emozioni e fa nascere la necessità di un progetto fotografico che attraverso le immagini trasmetta in chi le guarda, sensazioni di stupore e turbamento e sensibilizzi tutti alla salvaguardia di certe meraviglie. Nasce così Abbandoned H.Ell, con la volontà di raccontare i luoghi abbandonati del nostro paese, ma che in realtà cela il desiderio e l’inquietudine di vivere le storie di chi è passato da lì. “Non potevo immaginare quali e quanti, è come una metafora, come pensare al museo più bello che esista; quando entro in certi posti non avverto il distacco, non provo tristezza, mi sembra di trovarmi dentro una storia che rivivo e cerco di spiegarmi quei tanti oggetti rimasti li, oggetti che non hanno più alcuna importanza per nessuno. Ogni tanto mi piacerebbe ritrovare un diario o sentire una voce fuori campo che racconti.

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Ma c’è qualcosa che teme ed è lo sbiadirsi dei ricordi, il tempo che passa per lei è solo malinconia, l’oblio no. Teme che lo scandire dei momenti non lasci nulla di noi stessi. Da Heidegger a Kant tante le interpretazioni, unica poi la sintesi: l’abbandono è il fondamento dell’oblio. Ed è questo sentimento che muove la passione, certi luoghi l’hanno prima emozionata, poi spinta a fissarli in un‘immagine per impedire che la memoria si affievolisse nel tempo. Quell’odore del legno, sempre quello, che dai soffitti pericolanti ai pavimenti sconnessi è impregnato di pioggia, il buio che sempre sovrasta e che ti impedisce di cogliere gli scorci migliori è lì che sente scorrere la vita di chi ci abitava, i sogni di gloria e le feste da fiaba.

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Per Ell la foto è tutti i giorni e tutti i giorni cerca emozioni, prima per se stessa, poi da condividere. Rispolvera questi luoghi con immagini che accompagna a citazioni, alcune tratte dalla letteratura, alcune pronunciate da personaggi noti, altre ancora da gente comune, ma che rispecchiano ciò che si vede. Di Mark Twain ad esempio questa: “Un uomo che legge ne vale due“, che accompagna Due poltrone.

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Giornalista: “Durante il suo viaggio in Grecia ha visitato anche il Partenone?”, Shaquille O’Neal: “Non posso certo ricordare i nomi di tutti i club dove siamo stati“, accompagna invece questa.

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E “Maledetta la sobrietà. Da noi si beve troppo poco spirito, per averne qualche traccia“, quest’ultima. Ma se volete vederle tutte, dal sito di Eleonora potrete ripercorrere i suoi diversi viaggi.

Maledetta la sobrietà. Da noi si beve troppo poco spirito, per averne qualche traccia

Beh vi starete chiedendo il motivo per cui non ho svelato le località, i paesi o le zone dove si trovano certi posti. Prima di tutto perché andare alla scoperta è decisamente più intrigante; poi, per chi si appassiona a questo tema esistono delle community sul web che, prima di accoglierti tra i membri, ti scansionano per bene e ti chiedono di non rivelare dove stanno. Se proprio volete mettere alla prova il vostro interesse potete iniziare dalla brianzola Consonno, in provincia di Lecco, sembra un vecchio set cinematografico dall’aspetto spettrale, l’oramai nota cittadina da anni disabitata, la vedete in questa foto di Alessandro Fazzini

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A pensarci bene, da una diversa angolazione, il pensiero dell’abbandono e dell’oblio alberga anche in me. La mia però è paura vera, quella che ti costringe a sfoderare coraggio. Il coraggio di vivere lunghi momenti della vita nello stesso posto ma altrove, provando quella amara sensazione dell’essere mollato e poi dimenticato, per cercare di sapere come starei se mai accadesse.

Contemporary mood, vi da appuntamento alla prossima storia.

 

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